Nel 2021 il Cagliari Calcio ha lanciato il suo Manifesto etico chiamato «Be As One», che punta a coniugare lo sport con la sostenibilità nella sua accezione più ampia e integrale, dall’inclusività alla lotta alla discriminazione fino alla sostenibilità ambientale. Lo stadio, più volte ristrutturato nel corso dei decenni (da ultimo negli anni 2010) dispone pertanto di 3 000 posti a sedere, alcuni dei quali coperti e dotati di seggiolini; il terreno di gioco, in erba mista naturale e sintetica, maglia calcio personalizzata misura 108 × 68,5 m. Certe volte sembra una scultura di quelle infinitamente moderne con qualunque tocco liberty. Guai a distrarsi ora, a rivitalizzare un avversario trafitto tre volte e tenuto a galla dalle giocate, a sprazzi, di Diamanti, e da un Giannetti tornato ad essere quello che ricordavamo nella prima avventura spezzina. Negli incontri della Coppa del Mondo giocata negli Stati Uniti d’America la nazionale italiana, che perse il titolo mondiale in finale con il Brasile dopo i tiri di rigore, scese in campo con la prima divisa in cinque dei sette incontri disputati (con Norvegia, Messico, Spagna, Bulgaria e brasiliani) e, in tutti i casi, maglia personalizzata calcio il completo era formato dal classico abbigliamento maglia e calzettoni azzurri con pantaloncini bianchi.
Si ricostituisce una buona società, allenata da Rodolfo Latini e Corrado De Sio, si allestisce una buona squadra anche se poi alla fine ci si salva vincendo il doppio spareggio con i sardi del Calangianus, grazie anche a un rigore parato dal portiere Mariano Pazzi nella prima sfida disputata a Civitavecchia. Quando dici Juventus sei conosciuto da Helsinki a Melbourne, dal Canada al Pakistan. E l’italianissima e muscolare compagine del Trap, vittoriosa a Bilbao nel 1977, una Juventus resistente e tenace, come era necessario in quegli anni tragici? Già nel 1938, la Opel AG fece registrare profitti per 35 milioni di marchi (quasi 14 milioni di dollari USA). La Juventus non è più la squadra dell’aristocrazia, tifano per la Juventus anche gli operai della Fiat. Si scrive Juventus si pronuncia scudetto. A Torino, invece, si respira Juventus un po’ dovunque: la panchina di corso Re Umberto, il Liceo d’Azeglio, le varie sedi (Galleria San Federico, piazza Crimea e ora corso Galileo Ferraris), gli stadi (da Piazza d’Armi al Comunale, dal Campo Combi al Delle Alpi che in molti cominciamo a rimpiangere), e poi le strade, i quartieri, da Mirafiori alla collina, da San Paolo alla Crocetta, c’è tanta Juve nella storia della capitale sabauda, un percorso che attraversa, decennio dopo decennio, l’arte e la cultura del Novecento.
Fin dalla sua fondazione la Juventus è stata depositaria di un’estetica assai particolare, in campo e fuori, capace di sintetizzare la componente aristocratica e quella elitaria, la nobiltà con il popolare, il portamento signorile al sudore proletario. «Un’alluvione finisce anche così, con ventidue giocatori in braghette corte che entrano in campo. Noi tutti giocatori di football partecipiamo a un gioco violento», afferma con massima sincerità il qb dei Bengals. Ed elenca cosa, quasi certamente, ti accadrà in carriera: «Subirai ferite alla testa», ti strapperai i legamenti, ti spezzerai il braccio o la gamba. Questo è il gioco a cui giochiamo. Questa è la vita che viviamo. E veniamo pagati profumatamente per questo. Penso che ogni volta che scendiamo in campo sappiamo perfettamente in cosa ci stiamo cacciando». L’era Cirielli è ricordata come un’epoca felice, contraddistinta non tanto da successi in campionato, quanto dal fatto che il Pordenone divenne in quegli anni società satellite della Juventus, grazie a una scuola calcio riconosciuta a livello nazionale: diversi giocatori del vivaio neroverde approdarono al calcio professionistico, sia con i bianconeri piemontesi (un nome per tutti: il fantasista Gianfranco Zigoni), sia con altri club di prestigio.
A Kōki Ogawa 8 agosto 1997 (27 anni) 9 9 N.E.C. Ad iniziare dalla vicenda che sta scuotendo il calcio italiano in queste ore, l’arrivo di Cristiano Ronaldo: “Se sono troppi tutti quei soldi per un giocatore di 33 anni? Prato. Si è svolto questo pomeriggio, nella cittadina laniera, il 30° Campionato Italiano di Ciclismo su Strada dei Vigili del Fuoco, organizzato dall’Asd Vigili del Fuoco di Prato, in collaborazione con la FCI Regione Toscana e la Uisp, con il patrocinio dei comuni di Prato, Poggio a Caiano e Carmignano. Oppure, lo straordinario gruppo di fenomeni messo insieme dopo i mondiali del 1982, sulla strada della globalizzazione e del superamento delle frontiere, che prese il via proprio negli anni Ottanta? Ogni maglia è un tuffo nel passato, dai tempi di Pelé ai più recenti successi mondiali. A chi sta meglio: Platini, che si protegge del rigido clima torinese solo con una catenina d’oro zarra mentre Tardelli, Cabrini e Brio erano timorati di Dio e si mettevano la maglia della salute. La sognavo davvero. Perché io, che portavo all’occhiello il distintivo bianconero, avevo in quegli anni un solo desiderio: giocare una partita di serie A con la maglia bianconera.