Lo stesso argomento in dettaglio: Statistiche e record dell’Associazione Calcio ChievoVerona. In due periodi della sua storia (1959-1975 e 1981-1986), nella denominazione della squadra clivense comparve il nome della ditta sponsorizzatrice, mentre nel 1990, l’allora presidente Luigi Campedelli decise di cambiare in «ChievoVerona» la denominazione del club, per identificarlo maggiormente con la città di Verona. Unica eccezione i Gate 7, gruppo nato nel 2013 da una scissione in seno ai North Side e caratterizzati, in antitesi rispetto al resto della curva gialloblù, da una spiccata mentalità ultras; tra i loro cardini vi era inoltre il desiderio di tornare ai vecchi colori originari del club, il bianco e l’azzurro. Il giocatore del Chievo con il maggior numero di presenze nella nazionale di calcio dell’Italia fu Simone Perrotta, il quale, durante la militanza in gialloblù, ottenne 19 presenze e segnò un gol con gli «Azzurri». Al termine del campionato 1935-1936 la squadra passa in Prima Divisione in cui militerà per ben nove stagioni, fino al 1943, sfiorando la Serie C nella stagione 1937-1938; in quel campionato, tra le file del Trastevere, gioca come difensore Paolo Jacobini, futuro campione d’Italia con la Roma nel 1941-1942, squadra nella quale vanterà ben 132 presenze.
Fino al termine della stagione gli aquilotti sono quindi costretti a giocare lontano dalle mura amiche, ma riescono ugualmente a conquistare la salvezza nella ripetizione dello spareggio con il Derthona, vinto per 3-2 l’8 luglio 1923, dopo che la prima gara di spareggio era stata interrotta sul 0-0 dopo ben 207 minuti di gioco. In realtà, ci sono numerosi vantaggi nel fare marketing durante questi eventi sportivi. Nel 1883 una seconda Commissione d’indagine sullo stato delle industrie del ferro in Italia, dopo quella istituita durante il primo governo Depretis, promossa dal Ministro della Marina, ammiraglio Ferdinando Acton e presieduta dall’ammiraglio Benedetto Brin, scelse Terni come sede ideale per la costruzione di un impianto siderurgico di livello nazionale. In precedenza, dal 2001 al 2013 era stato ChievoVerona, un mondo in giallo e blu, scritto e interpretato da Ivana Spagna. Dal 2013, con l’acquisto della struttura da parte della Mapei, a sua volta proprietaria e sponsor del Sassuolo, il nome dell’azienda è stato affiancato a quello originale dell’impianto, divenuto Mapei Stadium-Città del Tricolore.
Prese nome dal cavalier Bottagisio, che cedette gratuitamente il terreno di sua proprietà alla parrocchia (all’ingresso del «Bottagisio», è presente la scritta «Campo sportivo parrocchiale»). Sul campo «Stefani» il Chievo giocò la prima partita ufficiale della sua storia l’8 novembre 1931 e vinse due Campionati Provinciali Liberi (nel 1933 e nel 1935). Nel periodo di utilizzo del campo «Cardi e Biondani» la squadra vinse il campionato di Seconda Divisione (1951) e disputò svariati tornei di Prima Divisione. La partnership proseguì tuttavia solamente per due stagioni e si concluse nel 2021 in concomitanza con l’estromissione della formazione maschile dai campionati nazionali. Fino al 2021 il settore giovanile era invece formato da tre squadre maschili partecipanti ai campionati nazionali (Primavera, Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali), due partecipanti a livello regionale (Allievi Regionali e Giovanissimi Regionali) e una a livello provinciale (Giovanissimi Provinciali), oltre a una rappresentativa di Giovanissimi Professionisti, una di Esordienti e due di Pulcini. A causa delle difficoltà nell’individuare un centro sportivo dedicato, le attività del settore giovanile si dividono tra i campi di PescantinaSettimo, Bnc Noi e Intrepida. Con l’aumentare delle temperature puoi scegliere le maglie da calcio da uomo con tecnologia Nike Dri-FIT, pensata per allontanare il sudore dal corpo e disperderlo sulla superficie del tessuto: l’ideale per sentirti sempre fresco e concentrato.
42º Corpo dei Vigili del Fuoco che rileva i giocatori del club spezzino. Gruppi ormai sciolti della curva sono gli Ultras Chievo (anch’essi desiderosi di tornare al biancazzurro come colori casalinghi) e i Cani Sciolti, mentre nel 2010 in curva si formò un nuovo gruppo, quello dei The Followers. I boschi di Canzo, oggigiorno più abbondanti a causa dell’imboschimento delle aree un tempo adibite a fienagione e pascolo, sono composti da alberi quasi esclusivamente cedui come roveri, castagni, noci, frassini, faggi, betulle, tigli, abeti rossi, ippocastani, sorbi, tassi, noccioli, aceri, agrifogli, allori, bagolari, bossi, rovi, pungitopi, ecc. Negli ultimi decenni in alcune zone montane sono stati piantumate distese di pini, che in verità non appartengono alla vegetazione locale. Negli ultimi anni, la tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui guardiamo il calcio. Tali accuse furono respinte dal presidente clivense Luca Campedelli, il quale affermò che il simbolo rappresentava l’intera città di Verona (non potendo dunque essere rivendicato in esclusiva da una sola società) in quanto effigie di una delle famiglie più rappresentative della sua storia; al contempo sottolineò come già negli anni 1930 il Chievo avesse utilizzato tale elemento araldico sulle proprie casacche. Il Chievo, pur non essendo una delle storiche «provinciali» della penisola, è presente in alcune opere della cultura italiana.
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